80 anni fa la consacrazione del Sacrario

I nomi dei Medici caduti nel silenzio di Duno

«Le due lampade che, giorno e notte, irradiano la loro luce in questo Tempio dedicato ai Medici, possano in eterno tener accesa la fiamma del ricordo di medici e operatori sanitari che, a causa della terribile epidemia di Covid-19, hanno dovuto raggiungere la Vita celeste». Sono queste le parole che, lo scorso 5 maggio, hanno fatto da preludio a Duno alla lettura dei nomi degli uomini e donne, medici, infermieri e personale sanitario, caduti a causa del Covid-19. Una cerimonia semplice, presieduta dal parroco don Lorenzo Butti, organizzata in occasione dell’80esimo anniversario della consacrazione del sacrario. Il Tempio dei Medici di Duno, costruito su iniziativa dell’allora vicario, don Carlo Cambiano, per onorare la memoria di tanti medici caduti in guerra e nell’esercizio della professione, era stato consacrato dal vescovo di Como, mons. Alessandro Macchi, il 25 agosto 1938 ed elevato alla dignità di santuario il successivo 3 settembre.
Ma solo successivamente si era aggiunto il sacrario, consacrato ufficialmente il 5 maggio del 1940, esattamente 80 anni fa. Alla celebrazione – avvenuta in forma privata “senza concorso di popolo” – erano presenti alcuni rappresentati del Centro per lo Studio e la Promozione delle Professioni Mediche che ha sede proprio a Duno nella vicina Villa Malcotti. L’elenco dei nomi si è aperto con quello del dottor Roberto Stella, già presidente dell’ordine dei medici di Varese, che molto ha aveva fatto negli ultimi anni per rilanciare questo luogo di preghiera. Nel silenzio del santuario si sono poi susseguiti i nomi dei 154 medici deceduti in servizio a causa del Covid, di un tecnico radiologo, di 16 farmacisti, di due ostetriche, di 50 infermieri e 7 fra operatori e volontari del soccorso della Croce Rossa Italiana. A tutti loro sarà dedicata la cerimonia ufficiale che, come da tradizione, avrà luogo ad ottobre 2020, in occasione della festa di S. Luca, il santo protettore dei medici. M.L.

(Articolo pubblicato da Il Settimanale nr. 20)

Il Tempio Votivo dei Medici d’Italia è un edificio religioso costruito nel centro storico del piccolo paese per volontà dell’allora vicario don Carlo Cambiano e su progetto dell’architetto bergamasco Cesare Paleni. Una struttura unica nel suo genere non solo in Italia. All’inaugurazione, il 25 agosto di quell’anno, era presente il vescovo di Como, mons. Alessandro Macchi, che consacrò l’edificio dedicato alla Beatissima Vergine del Rosario e, come detto, a S. Luca Evangelista, patrono dei medici. Don Cambiano aveva una particolare venerazione per loro e per la professione medica, apprezzava la capacità e l’empatia di chi sapeva chinare sui bisogni delle persone fino a commuoversi. Non vedeva la medicina e la scienza come opposte alla fede, tutt’altro. Anzi come una forza. E proprio con questo nuovo edificio voleva testimoniarlo.