Realizzato per la fine dei restauri interni

Santuario del Soccorso: nuovo libro

Lo scorso 19 marzo presso la Biblioteca di Lenno, e il 14 aprile alla Pinacoteca di Como, è stato presentato l’ultimo testo dedicato al Santuario della Madonna del Soccorso di Ossuccio. La pubblicazione è stata interamente finanziata dalla “Fondazione Carlo Leone et Mariena Montandon” e dalla Banca di Credito Cooperativo di Lezzeno. Il volume non è commercializzato attraverso la rete tradizionale delle librerie. Diverse copie però sono a disposizione presso il Santuario del Soccorso a Ossuccio, la sede de Il Settimanale (viale C. Battisti, 8-Como), al banco espositivo della Cattedrale di Como e presso la sede della Fondazione – Centro studi Nicolò Rusca. Eventuali offerte per la pubblicazione andranno a beneficio dei restauri del Santuario.
Il volume, 160 pagine per i tipi della “Nodo Libri” (#9 della collana “Quaderni di Foundation Montandon”) è stato realizzato in occasione della conclusione dei restauri interni al Santuario della Beata Vergine del Soccorso di Ossuccio.
Il Sacro Monte di Ossuccio – si legge nella scheda di presentazione del libro – è l’unico esempio nella diocesi di un modello architettonico-devozionale assai diffuso in area prealpina, ed è stato realizzato durante il XVII secolo. E’ una passeggiata in salita leggera, facile, per gite familiari e per appassionati dell’arte e delle sacre rappresentazioni. E’ – in origine – una “via crucis” devozionale. Al termine del percorso è il cinquecentesco Santuario della Madonna del Soccorso, che accoglie una statua della Vergine, di epoca trecentesca, ritenuta miracolosa. Le quattordici cappelle che lo precedono “mettono in scena” i misteri del Rosario con l’ausilio di statue in terracotta a grandezza naturale e dipinti scenografici sullo sfondo. Di grandissima suggestione è l’ambientazione paesaggistica del percorso che, quasi dalla sponda del lago, risale il fianco della montagna, alternando ampi squarci di visuale sul Lario a strette prospettive della valle del torrente Perlana“.