Santuario del Sacro Cuore di Como

Informazioni utili per una visita guidata

Il Santuario del Cuore santo di Gesù sia un trono da cui senza fine discendano sulle nostre opere, sulle anime pie, su tutta la società grazie e benedizioni per il tempo e per l’eternità‘” (don Luigi Guanella).

Esterno

Precede la facciata il bel porticato a tre arcate in marmo di Musso, semplice, con ampio respiro moderno. Al centro della facciata si apre il grande portale in marmo di Musso, impreziosito da un ciclo di altorilievi (Vitaliano Marchini, 1942). Al culmine della facciata troneggia la statua del Sacro Cuore in marmo di Musso, alta 2,50 m e pesante 30 quintali (Vitaliano Marchini, 1942).

Interno

La Chiesa ha forma basilicale, di aspetto sobrio e decoroso; vi regna un’atmosfera calda e accogliente. Il soffitto, a cassettoni basilicali, in tavole di abete, è stato realizzato dai falegnami della Casa Divina Provvidenza (disegno Luigi Perrone, 1943). Vi sono incastonati tre dipinti. Sopra l’ingresso, la ‘Comunione dei Santi’ (Giacomo Mantegazza, 1919 – olio su tela) raffigura la Chiesa riunita nella comunione dei Santi: la Chiesa militante, la Chiesa purgante e la Chiesa trionfante. Al centro del transetto posteriore ‘Venite benedetti dal Padre mio’ (Torildo Conconi, 1986 – olio su tavola). Sopra il Calvario la ‘Trasfigurazione’ (Pietro Verzetti, 1919 – olio su tela).
Domina il centro del Santuario l’area del presbiterio. L’altare maggiore (Pellegro Promontorio, 1986) è sormontato da un ciborio in marmi policromi (Bianchi, 1936), con ai lati i quattro Evangelisti in bronzo (Rossi, 1936).
Ai lati dell’aria presbiterale sono collocate due statue raffiguranti due personaggi circondati da grande devozione da parte di don Guanella. Sulla destra è posto il simulacro ligneo di S. Pietro (Studio Moroder, sec. XX), copia dell’originale in bronzo venerato a Roma nella Basilica di S. Pietro. Sulla sinistra invece è collocata una bella statua lignea della Madonna della Provvidenza (Vincenzo Moroder, 1952), che si ispira all’originale (olio su tela, sec. XVI) attribuito a Scipione Pulzone da Gaeta e venerato nella chiesa di S. Carlo ai Catinari a Roma.
A destra del presbiterio si apre la Cappella di S. Giuseppe. La pala d’altare (Giovan Battista Conti, 1955 – olio su tela), raffigurante il Transito di S. Giuseppe, è una copia fedele dell’originale affresco del romano Ettore Ballerini (1924) che ornava l’abside nella basilica di S. Giuseppe al Trionfale in Roma, poi distrutto per interventi murari. Il paliotto, in marmo bianco di Carrara, è impreziosito da un altorilievo che riproduce la Sacra Famiglia tra due angeli (Vitaliano Marchini, 1943). Sempre a destra del presbiterio, sopra la porta della sacrestia, si trova la ‘finestrella’ che comunica con la camera che fu di don Guanella. Il Beato si fece ricavare tale apertura per poter vedere dalle sue stanze il Tabernacolo in cui era riposta l’Eucaristia (che, nella primitiva chiesa, era in corrispondenza dell’attuale presbiterio) e potersi trattenere a lungo in adorazione durante la notte.
Oltrepassando l’area presbiterale, sulla destra del transetto posteriore (edificato nell’ampliamento degli anni 1913-1915), si trova la Cappella del Sacro Cuore. Qui è conservata la SS. Eucaristia. La pala d’altare (Attilio Ticinese, 1945 – olio su tela) rappresenta il Sacro Cuore, principio e fonte del carisma di carità di don Guanella.
Sul fondo dell’abside del Santuario, sempre durante i lavori di ampliamento degli anni 1913-1915, realizzando un sogno di don Guanella, l’architetto romano Aristide Leonori aveva realizzato la riproduzione del Calvario nella parte superiore e del S. Sepolcro in quella inferiore, collegate da due scale laterali di cui, quella di destra, vegliata da quattro angeli cariatidi lignei, è detta ‘Scala Santa’, copia di quella di Roma conservata accanto alla Basilica di S. Giovanni in Laterano.
L’altare del Calvario è sovrastato dal gruppo statuario policromo in gesso (Antonio Rescaldani, 1917) rappresentante la Crocifissione. Questo suggestivo complesso si staglia contro la retrostante grande vetrata semicircolare policroma (Giovanni Beltrami, 1916) raffigurante i Luoghi Santi e il Monte Sion. Nel tabernacolo è collocata una teca contenente alcune reliquie della Passione di Cristo, tra cui la Sacra Spina, donate da Mons. Andrea Ferrari a don Guanella. Sotto il Calvario si trova il Santo Sepolcro, copia fedele nelle misure e nei dettagli di quello originale a Gerusalemme.
A sinistra del S. Sepolcro, una porta dà accesso alla Cappella della Memoria, dedicata ai Servi della Carità defunti. Nel sacello marmoreo sulla parete destra riposano le spoglie mortali di don Leonardo Mazzucchi, secondo successore di don Guanella e del fratello Alessandrino, primo gemoglio della Congregazione dei Servi della Carità.
Sulla sinistra del transetto posteriore, di fronte a quella del Sacro Cuore, si può ammirare la Cappella dei Beati, dominata dal grandioso altare di granito rosso ‘multicolor’ brasiliano che accoglie le spoglie del beato Luigi Guanella e della beata Chiara Bosatta, realizzato nel 1991 su progetto di Pellegro Promontorio. Sulla parete di fondo della cappella campeggia un grande affresco con il racconto evangelico della piscina di Betzaetà (Mario Bogani, 1996).
Proseguendo, a sinistra dell’area presbiterale si apre la Cappella della Sacra Famiglia, viene usata come Cappella invernale. Qui è conservata l’Eucaristia. Progettata dall’arch. Pellegro Promontorio nel 1986, contiene un particolare altare – mensa in legno scolpito e smaltato di bianco satinato, con un paliotto ligneo policromo (Runggaldier, 1929), raffigurante l’Ultima Cena.
Sempre sulla sinistra del presbiterio si trova la Cappella della Madonna e Santi della carità. La pala d’altare (Giovan Battista Conti, 1924 – olio su tela) raffigura la Madonna della Provvidenza, tanto cara a don Guanella, attorniata dai Santi protettori della Congregazione dei Servi della Carità. Pregevole è il paliotto in marmo bianco di Carrara con l’Ultima Cena (Vitaliano Marchini, 1943). Oltre la porta laterale di sinistra, un corridoio accoglie gli ex-voto donati al Santuario dai fedeli in seguito a grazie ricevute dal Sacro Cuore per intercessione dei Beati.